
Sicurezza inclusiva negli hotel. Quando serve lo spazio calmo?
Un approccio nuovo, inclusivo.
L’hotel è l’edificio più rappresentativo per l’attività turistica in Italia. È importante che questi rappresentino anche un livello di sicurezza non solo morale ma anche reale per chi li utilizza. Tutti i turisti, quando sono a in vacanza, devono sentirsi sicuri.
Fino a qualche anno fa si progettavano hotel in funzione di occupanti normodotati, e con interventi esclusivi (in alcuni casi) anche per gli occupanti disabili.
Oggi però l’approccio alla progettazione è cambiato. La progettazione viene eseguita con il principio di inclusività, in altre parole: “sicurezza per tutti”. Nello specifico, il sistema di esodo e di allarme deve poter garantire la salvaguardia della vita per tutti, dai turisti in perfetta forma, a quelli con disabilità permanenti o semplicemente provvisorie per una gamba ingessata a causa di una partita di calcetto.
Quando serve lo spazio calmo?
Oggi lo spazio calmo rappresenta la migliore soluzione tecnica per poter garantire la sicurezza di tutte quelle persone che non possono fuggire dalle scale in caso di incendio. Per questo rispondere alla domanda risulta semplice, gli spazi calmi servono in tutti quei piani dell’attività che non sono direttamente collegati verso l’esterno da percorsi orizzontali o di pendenza non superiore all’8%.
Che cos’è uno spazio calmo?
È un luogo, appositamente progettato per contenere le persone in attesa dei soccorsi. Li dentro fuoco e fumo non possono entrare, ed al suo interno viene predisposto un dispositivo di comunicazione bidirezionale (un citofono evoluto) che permette di mettersi in contatto all’esterno in qualsiasi orario della giornata e giorno della settimana.
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